Otto anni di ripetizioni, non di ortografia, ma di vita.
La vita, preziosa e cara, ma tanto legata ed attirata alla morte. Signora simpatica e affascinante, moglie del diavolo e di una convinzione cattolica.
Standard di incomprensioni e gaffe impacciate.
Oggi è il giorno zero, e non simboleggia la rinascita, ma bensì il giorno in cui è finito il mio primo ruolo da zio.
Rivivo tutto di quel giorno, urla pianti corse morse allo stomaco, la paura di dover spiegare ad un padre anziano e che aveva fatto un ischemia aortica a luglio, che suo nipote aveva raggiunto il paradiso, l’angolo più panoramico del paradiso per poter intercedere sulle nostre vite e proteggerle.
Quest’anno sono da solo e non sono vicino a mio fratello per poterlo sostenere. Non devo essere forte e trattenere lacrime. Oggi è il giorno in cui lo zio piange tutto quello per cui è stato forte in questi anni, in questi 8 anni.
Mi hanno detto che scegliamo noi il modo morire.
Questo mi ha aiutato.
È tutto un gioco di sguardi, sorridi al cielo piango alla terra
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